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  • Immagine del redattoreRoberto De Pascale

Eugin, il Gin che parla brianzolo

Meda, bassa Brianza, un posto nuovo tutto da scoprire.

La storia di Meda è strettamente legata al Monastero di San Vittore e alla sua fondazione sulla collina che domina la città, che deve il suo toponimo al termine latino Meta, (cumulo), proprio in riferimento a questa altura.

La leggenda vuole che i Santi Aimo e Vermondo, conti Corio di Turbigo, fossero stati assaliti da due cinghiali durante una battuta di caccia e, per salvarsi, si fossero arrampicati su due allori, invocando l’aiuto di Dio, della Madonna e di San Vittore promettendo, se fossero sopravvissuti, di erigere in quei boschi un monastero di clausura di Monache Benedettine.

I due futuri santi si salvarono e il monastero venne costruito, attorno al 780, nelle vicinanze di una chiesetta, anch’essa dedicata a San Vittore martire, risalente al III secolo e probabilmente derivata da un altare per i Compitalia romani, anticamente dedicato alle divinità familiari e successivamente passato al culto cristiano.

Le controversie tra i medesi e il Monastero (che necessitarono dell’intervento arcivescovile, papale ed imperiale) iniziarono nel 1138 a seguito di un conflitto di competenze sulla nomina del cappellano di S.Maria tra la Badessa Martina e il Prevosto di Seveso e continuarono anche dopo il 1211, quando i medesi ottennero la nomina di una podestà da parte del Comune di Milano. La badessa non riconosceva però né l’autorità né gli atti del podestà finché, il 10 dicembre 1252 la nuova Badessa Maria da Besozzo rinunciò davanti ai capi-famiglia di Meda, ai rappresentanti del Comune di Milano e dell’Arcivescovo, alla sua sovranità politica, amministrativa ed economica sul territorio di Meda. Il monastero ospitò nel 1194 l’Imperatore Enrico VI e la moglie Costanza d'Altavilla, già incinta del figlio Federico II in viaggio dalla Germania (come ricordato da una lapide all’ingresso del monastero) e, nel 1496, Meda fu teatro dell’incontro di Massimiliano d’Asburgo e il Duca di Milano Ludovico il Moro con i rappresentanti degli Stati italiani e il Legato del Papa.

Con il passare degli anni, il territorio di Meda venne governato prima dai Visconti e dagli Sforza di Milano, poi nel XVI secolo fu oggetto di scontri tra Francia e Spagna, che ne ottenne il potere a seguito della Pace di Cateau-Cambrésis del 1559; agli inizi del XVIII secolo il territorio passò in mano agli austriaci e alla fine dal secolo all’esercito napoleonico, con la soppressione del Monastero datata 1798. Meda tornò successivamente in mano agli Asburgo e, in seguito alla seconda guerra di indipendenza, entrò a far parte del neonato Regno d'Italia.


In questo territorio ricco di storia ho conosciuto Eugenio che mi ha fatto conoscere il suo progetto, la sua distilleria, luogo per me nuovo e davvero affascinante,

Eugin Distilleria Indipendente è un progetto che nasce nel 2014, quando Eugenio, il minore di due fratelli, inizia a coltivare un interesse per la distillazione che si unisce alla sua attitudine per i lavori artigianali.

Col tempo una serie di vicissitudini portano la sua passione e la sua curiosità verso l’ars distillandi a prendere la direzione della distillazione di gin, maturando al tempo stesso la decisione, forse un po’ audace, di trasformare un interesse nel mestiere di una vita.

L’idea della distilleria inizia così a prendere forma, lentamente ma con costanza, arricchendosi lungo la strada del contributo del fratello maggiore Niccolò, che si unisce al progetto portando le sue competenze di chimica ed una buona dose di senso pratico.

Quello che era partito come un progetto solitario è diventato dunque una classica azienda di famiglia, che finalmente con la prima produzione nel tardo autunno del 2018 è diventata la prima distilleria di gin della Brianza.

Il significato del nome Eugin è un gioco di parole che si può interpretare in diversi modi.

Letto all’inglese, Eugin è semplicemente l’unione tra il nome dell’ideatore del progetto ed il loro prodotto.

Per chi invece lo vuole leggere all’italiana, ma non senza una vena di classicismo, Eugin è il nome che sintetizza perfettamente il loro obiettivo: distillare dell’ottimo gin.

La distillazione è un’arte antichissima, raffinata e dall’incredibile fascino. Questo è il motivo per cui sono distillatori perché è ciò che più gli piace fare, prima ancora che il loro mestiere, e la stessa passione che li guida nella ricerca dell’ingrediente più pregiato e dell’equilibrio più sottile è alla base di ogni loro distillazione. La loro è una distilleria artigianale, il che significa che nel loro laboratorio non c’è spazio per aromi di sintesi, essenze artificiali o scorciatoie di qualsiasi tipo sulla qualità: usano solo i migliori ingredienti naturali, che la distillazione manuale trasforma nei loro gin.

A Eugenio ho chiesto come mai tengono a specificare nel nome la parola "indipendente".

Indipendente per loro non è uno slogan vuoto, né un aggettivo che sta bene vicino a “distilleria”: sono indipendenti semplicemente perché nessuno potrebbe avere a cuore la qualità di ciò che fanno più di loro stessi.

Di conseguenza, essere indipendenti significa prima di tutto che sono loro a produrre ogni singola bottiglia che esce dal loro laboratorio, senza appoggiarsi a nessun produttore che possa fare il lavoro per conto loro. Questo permette da un lato di avere il pieno controllo sulla qualità del loro gin, dall’ideazione della ricetta, alla scelta delle materie prime, fino al confezionamento finale. Dall’altro lato permette di avere una grande flessibilità nel creare ricette di volta in volta diverse a seconda degli ingredienti di stagione.

Da ultimo, ma non per importanza, l’indipendenza riguarda anche un aspetto a cui tengono molto, cioè la responsabilità ambientale: la loro produzione è infatti alimentata senza ricorrere ad alcun combustibile fossile, con l’impegno nel più breve tempo possibile di produrre autonomamente l’energia per coprire il più possibile il fabbisogno dei loro macchinari attraverso un impianto fotovoltaico.

Da poco Eugin Distilleria Indipendente festeggia i due anni di vita con il lancio di una nuova bottiglia e nella grafica, infatti ora tutti i gin Eugin si presenteranno con una immagine rinnovata, sia nell'etichetta che nella bottiglia.

La bottiglia oggi è grintosa e si accompagna alla nuova grafica che prevede una rivisitazione del logo.

La seconda novità è relativa al cambio di gradazione. Sia Eugin numero 7 che Eugin numero 9 passano infatti dai 41 gradi a 43,2 gradi. Il motivo alla base di questa scelta è organolettico, la gradazione più alta permette di avere una diluzione inferiore in miscelazione, mantenendo un gusto piu' carico.

La nuova gradazione rappresenta un bel cambio di passo per il marchio che è fatto della distillazione artigianale di elementi naturali e biologici al 100%.

Ma l'aumento di grado non significa solo aggiungere meno acqua ma avere un profilo aromatico molto piu' deciso e persistente, con aromi ben definiti.

Eugin ha creato delle edizioni per ogni periodo dell'anno. In questo periodo c'è l'edizione speciale autunnale. E' distillato in bottiglie limitate, firmate e numerate a mano dal loro Master Distiller.

La botanica caratteristica di questa edizione non poteva che essere il frutto autunnale per eccellenza: la castagna. Attraverso una particolare lavorazione sono riusciti a conferire quello che altrimenti sarebbe un London Dry Gin molto classico, una insolita nota affumicata.

Il risultato è un gin che sorprende sia al naso, per l'equilibrio tra la parte affumicata e quella del ginepro, sia al palato, dove le note di fumo cedono il posto alla struttura del ginepro e a note lievemente citriche e fresche, per poi chiudersi con la morbidezza della caldarrosta e una persistenza di sentori legnosi.

Una Distilleria, potrei dire come "una volta", ricca di passione, di gusto e di voglia di creare prodotti unici. Vi invito a scoprirli, a provarli e così gusterete qualcosa di unico dal sapore giovane con richiami al passato.

#gin#artigiani#eugin






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