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  • Immagine del redattoreRoberto De Pascale

l'amore per le bollicine

Aggiornamento: 30 nov 2020

L'Italia è bellissima e bisognerebbe girarla tutta senza perdersi nulla.

Oggi mi trovo a Correggio cittadina di origine medievale legata alla dominazione longobarda, uno dei comuni più estesi e popolati della Provincia di Reggio Emilia, nonchè culla di artisti. E, di artisti, ce nè uno che io adoro e che gira spesso indisturbato sotto i portici del suo paese, insieme alla sua band, Ligabue.

Corso Mazzini è l'arteria principale del centro storico che conserva l'antico acciottolato con doppie corsie in granito per facilitare il transito dei carri.

Il corso e fiancheggiato da ambo le parti dai portici lastricati in marmo di Verona.

Uno dei principali monumenti di Correggio è Palazzo Principi iniziato nel 1507 sotto Francesca di Brandeburgo, vedova del conte Borso, ed Eretto su disegno di Biagio Rossetti (mirabile il portale finemente scolpito).

Il Palazzo dei Principi, di raffinata architettura rinascimentale e stile ferrarese in cui si è riconosciuta l’impronta di Biagio Rossetti, ospita anche la Biblioteca Civica con preziosi incunaboli ed edizioni dal XVI al XVIII secolo.

Le strade porticate e gli scorci suggestivi rappresentano il ruolo storico avuto dalla cittadina. Nel centro storico, ancora ben conservato, che riunisce i rioni di Castelvecchio, Borgovecchio e Borgonuovo, sono da vedere il Museo Il Correggio, di cui si ricordano il capolavoro di Andrea Mantegna Il Redentore” e la serie dei superbi arazzi di scuola brussellese, la Basilica di San Quirino del XVI secolo, il monumento a Correggio, la Torre civica, la Chiesa di San Francesco, la Rocchetta con resti di mura medievali, la Correggio Art Home (centro di documentazione su Antonio Allegri), il Palazzo Cattini (o dell’Orologio), il Teatro Asioli tempio neoclassico tuttora attivo. Qui in questa cittadina così affascinante in una bella giornata di ottobre ho incontrato Vania Valentini.

Una persona, semplice, solare, aperta al dialogo che si è raccontata e mi ha fatto scoprire il suo mondo davvero affascinante.

Lei è una Master-Sommelier Alma Ais e vice curatore per la Guida Grandi Champagne nonchè redattrice del sito lemiebollicine.

Scrive da sempre di champagne su diverse testate, tiene lezioni dedicate allo champagne all'Università Internazionale delle Scienze gastronomiche UNISG e gira tantissimo l'Italia in quanto relatrice a numerosi seminari dedicati allo Champagne e allo Sparkling Wine.

La mia passione per i vini e soprattutto per le bollicine mi ha permesso di esser affascinato dal suo mondo e dalle sue conoscenze. Vania conosce ogni etichetta di champagne ma sopratutto conosce in profondità il territorio e la storia di questa straordinaria regione.

Dal settembre del 2018 è Dame Chevalier de l'Ordre des Coteaux de Champagne.

Ovviamente non potevamo non parlare della situazione attuale, del Covid e delle restrizioni che ormai stanno coinvolgendo tutta Italia, e non solo.

Le ho chiesto come sta vivendo queste giornate, come si tiene occupata.

Lei ritiene che questo nuovo lockdown che ci sta colpendo è differente da quello precedente. A marzo tutti erano sorpresi, non conoscevano la realtà e quindi forse presi da uno strano entusiasmo si dedicavano a dirette su instangram, cantavano sui balconi, mettevano la musica a tutto volume, insomma una beata ignoranza.

Mentre ora è tutto diverso, lei stessa ha rifiutato molte dirette, ed entrambi abbiamo constatato che il clima è cambiato, c'è molta preoccupazione ed è passata la voglia di scherzare.

Ama lo champagne e, non ne sono certo, forse lo beve ogni giorno, pertanto le ho chiesto qualora dovesse partire per un lungo viaggio e potesse portare con se solo 3 bottiglie quale porterebbe. La sua risposta è stata immediata, non ci ha nemmeno pensato, Dom Pérignon, Cristal e Selosse.

Vania è una donna di una infinita cultura, che ti affascina quando parla e ti racconta del suo mondo. Le ho chiesto cosa è per lei il successo personale. Per lei, avere successo significa far entrare lo champagne nelle case di tutti, contro ogni pregiudizio. Quando vede i ragazzi illuminarsi durante le sue lezioni, quando scopre che qualcuno la legge e poi cerca gli champagne da lei assaggiati e raccontati, è felice.


Mi ha raccontato di lei , come professionista. Non si sente una sommelier, ma un appassionata che ama lo champagne, lo studia e approfondisce ogni giorno e lo insegna all'Università di Pollenzo. Scrive tanto, tuttavia non si sente una scrittrice ma solo una esperta di champagne che mette al servizio di tutti il suo sapere.

Nella sua vita privata Vania è una grande sportiva, molto esigente con se stessa e mamma. Ama tantissimo star con gli amici e passare belle serate insieme, spesso a tavola e con delle belle bottiglie da condividere.

Ovviamente ho voluto scoprire da dove nasce la sua passione per il segmento sparkling. Tutto è iniziato a Londra, nel 1998. Lavorava per un wine bar della City, vicino al Parlamento, i clienti spesso ordinavano champagne già alle 11 del mattino, così inizio' ad approfondirlo per riuscire a raccontare qualcosa al momento del servizio. Finiva però che erano loro a raccontarglielo, poichè molti erano preparati e grandi appassionati.

Il suo amore per lo champagne è nato quindi grazie agli inglesi.

Una volta rientrata in Italia nel 2000, ha cominciato a fare qualche corso di avvicinamento al vino, poi il Master Ais-Alma. l'esame di degustatrice Ufficiale Ais, infine la svolta.

Che è avvenuta quando ha incontrato Alberto Lupetti. Grazie a lui è entrata in Champagne e ha avuto la possibilità di visitare quasi tutti, dalle più importanti Maison fino ai più piccoli e sconosciuti vigneron.

Sono state esperienze uniche, indimenticabili che l'hanno aiutata a crescere e a conoscere questa regione, dalla stori incredibile e in continuo mutamento.

Io scrivo di ristoranti, diciamo che lentamente ne sto diventando un esperto e così le ho chiesto se c'è un ristorante che l'ha colpita di più. Mi ha confidato che se può evita gli stellati perchè trova assurdo pagare conti salatissimi ( la sua passione rimane il vino) preferisce, insomma ristoranti differenti. Ma se deve menzionarne uno Il suo preferito è sicuramente Dal Pescatore a Canneto, un posto di famiglia, legato alla tradizione.

Infine c'è la Stella d'Oro di Soragna, dove il tempo sembra essersi fermato e la nebbia e il silenzio spesso imperano.

Dei tanti champagne che ha bevuto le ho chiesto quale è stata la bollicina che l ha emozionata di più fino ad oggi. Un Philipponat Clos de Goissess L:V. del 1993.

Ovviamente siamo in Italia, non nel bellissimo Champagne e così le ho chiesto come vede il futuro degli sparkling italiani.

Mi ha detto che fino a 10 anni fa tutto era molto noioso, si era soliti seguire il metodo francese e ci si ispirava a loro, ma solamente seguendo pedissequamente un protocollo. Oggi le cose sono cambiate, ogni zona ha delle sue caratteristiche e così, finalmente. ognuno cerca di esaltare i propri territori e i propri vitigni autoctoni.

Questo dà forza ai nostri vini, attribuisce carattere e identità, oltre che unicità.

Le ho raccontato che io, ormai, quando sono al ristorante bevo solo prosecco, scelgo poco i vini rossi, bianchi o rosati e lei mi ha confidato che l'unica eccezione la fa con i rossi piemontesi altrimenti anche lei beve solo champagne.

Nel suo futuro professionale, l'unica speranza che ha è quella di avere al suo fianco sempre un calice di bollicine, e di continuare a vivere questo mondo affascinante che è quello del vino.

Una persona davvero bellissima, vi invito a conoscerla e se potete a seguire i suoi corsi perchè imparerete tantissime cose sugli champagne e sulla Champagne.. Dopo questa chiacchierata credo di aver aggiunto una piccola tacca alla mia conoscenza di questo straordinario vino e di questo mondo meraviglioso.

#champagne#bollicine#sparkling




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