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Immagine del redattoreRoberto De Pascale

Le confessioni di GioPagani

Oggi siamo nella bellissima Parma per incontrare una persona a parer mio eccezionale che ho avuto il piacere di ammirare nel corso degli anni e oggi ho l'onore di incontrare.

La città è situata nell’area nord della regione Emilia-Romagna, lungo la Via Emilia, tra la pianura padana, l’Appennino tosco-emiliano e la retrostante costa ligure, in una posizione strategica che permette di raggiungere in breve tempo mete di interesse turistico culturale e marittimo.

Il suo centro, ricco di capolavori artistici, spaziose aree verdi, piccoli e grandi tesori di epoche diverse, accoglie visitatori e cittadini in un'atmosfera raffinata da piccola capitale. La presenza della musica nella storia della città è varia e riccamente conosciuta, oltre che essere famosa per Giuseppe Verdi e Arturo Toscanini, la vivacità d’iniziativa e la passione collettiva le assegnano di buon diritto un posto di rilievo tra le capitali della musica. Da non sottovalutare la sua tradizione gastronomica che offre, oltre a salumi e formaggi famosi in tutto il mondo, anche ottimi primi piatti di pasta fresca. Parma infatti è stata nominata nel 2015 Creative City of Gastronomy Unesco.

Fiore simbolo della città, la violetta, particolarmente cara alla Duchessa Maria Luigia d'Austria, è oggi un profumo celebre e anche una deliziosa caramellina glassata, regali ideali da acquistare a ricordo di Parma. Ideato e lanciato nel 1870 da Lodovico Borsari che ha dato il nome ad una famosa ditta di profumi, la violetta di Parma è diventata una componente della moda, della letteratura e dell’immaginario della città.

In questa città così ricca di storia e fascino incontro nel suo studio Gio Pagani.



Dalla via Emilia alla Londra più cosmopolita: Giopagani mi racconta del suo arrivo da Harrods. Il brand di design italiano sarà al terzo piano dei grandi magazzini più famosi della capitale inglese, all’interno del reparto modern furniture, accanto ad altri nomi del Made in Italy quali Poltrona Frau, Fendi Casa, B&B Italia e Maxalto, Porada, Lago, Cattelan Italia, Flexform.

GioPagani mi dice che è orgoglioso che un partner prestigioso come Harrods creda nella loro idea di design. I 60 diversi pezzi appartenenti alle loro capsule collection che saranno esposte sono pensati per definire lo spazio e veicolare diverse sensazioni ed emozioni a seconda di chi vive l’ambiente», ha commentato Gio Pagani, che già aveva progettato l’Harrods Village a Porto Cervo in Sardegna.

GioPagani dopo la laurea al Politecnico di Milano ha lavorato a progetti di interior design – case, negozi, hotel – ha collaborato con Giulio Cappellini, B&B Italia, Armani Casa, tra gli altri.

Mi dice che con il tempo si è sono reso conto che il design è cambiato: prima le aziende facevano ricerca, volevano sperimentare. Con i passaggi generazionali sono diventati più industria, hanno perso un po’ l’anima.

Per lui il design è una serie di sensazioni che danno un’identità, non la standardizzazione imposta dal mercato che porta l’appiattimento estetico.

Mi ha parlato dell'importanza del viaggiare, di visitare posti nuovi e culture diverse che poi porti a casa e rielabori in idee, concetti e forme nuove.

Viaggiare, scoprire ed essere curiosi sono stimoli essenziali nella maturazione del progetto Architettura, Arte, Moda, Musica e fotografia sono fonti di ispirazione per la loro espressione creativa.



E' una persona che vive molto intensamente le emozioni, ama follemente viaggiare, incontrare persone, approcciarsi a culture differenti, anche se pensa che la maggior parte delle ispirazioni gli arrivano dalla vita quotidiana che lui affronta in ambiti e posti differenti.

Guardare le persone gli piace, lo accresce, come può esser interpretato ogni stile di vita.

Il viaggio diventa un elemento fondamentale per l'approfondimento creativo di un designer, di un architetto. Il suo mondo è un mondo di storie, che ama raccontare, il viaggio diventa la fonte di ispirazione più importante. Il viaggio diventa quell'elemento che fa da trade union del percorso creativo che ha realizzato, diventa quell'elemento fondamentale perché da la possibilità approcciando varie culture. La cosa bella è prendere queste esperienze e portarle in un contesto piu' globale.

Chiacchierando con lui ho cercato di comprendere se è possibile distinguere la figura dell'architetto che comunemente aiuta nell'arredo delle case anche quando si va in negozi di arredo dalla figura dell'interior design. Mi dice che la differenza tra le due figure è molto labile. L'architetto lo vedo come una sorta di sarto che cuce l'abito sul vestito. L'interior design si basa su cromatismi e oggetti, mentre l'architetto si basa su distribuzione e funzione. Quindi le due figure necessariamente si sovrappongono.

Chiacchierando con lui la curiosità per il suo mondo assume sempre maggiore forza e così gli chiedo come mi racconterebbe il suo mondo.

Il suo mondo spazia dal progetto alla suggestione dell'atmosfera e dell'oggetto. Il suo mondo è fatto di architettura, di interiore design e design. Queste tre parti si fondono ò'una con l'altra. Lui è abituato a lavorare partendo dall'idea, dal desiderio, fino all'estetica della singola funzione che si ha in quel progetto, che sia un hotel, una casa. Il loro è un mondo variegato ed eclettico, non è diviso in comparti stagni, non ha limiti creativi.

Mi ha spiegato l'importanza di conoscere il cliente, di capire il proprio desiderio.

Moda design e cinema secondo Gio Pagani non sono mondi asettici ma sono continue contaminazioni tra loro.



Racconto a Gio di aver letto che per lui è importante reinterpretare le forme vestendole di materie e colore, e questo diventa la filosofia della sua maison. Gli elementi di arredo devono essere come gli abiti di alta moda.

Abbiamo parlato delle sue capsule con le quali lancia delle mode di design. Lo fa perchè riesce a fermare in quel momento una idea ferma nella capsula. Ogni capsula è una storia diversa.

Per questo le loro capsule collection nascono in un momento ispirativo preciso, che attinge a linguaggi e ad atmosfere diverse». La Saint Ouen viene dal mercato delle pulci più grande di Parigi, la Chat Noir, con la sedia Rendez vous, ci riporta alle geometrie dell’Art Deco. La Senza Fine, presentata all’ultimo Salone del Mobile, sorge nel segno di un minimalismo prezioso che non ha paura di velluti, ottoni, laccature: «Il divano Senza Fine è in debito con Gavina, Fontana, una certa Italia degli anni 50», racconta mentre accarezza il velluto di seta rosa, «se fosse in pelle esprimerebbe tutt’altre emozioni. Un’idea, una forma a cui viene applicata una materia è una formula che crea combinazioni infinite», mi dice.

Vestire i mobili giocando con i materiali è uno dei tratti distintivi di quella che lui chiama la sua «maison». E il riferimento alla moda è tutt’altro che casuale. Gio Pagani è come un sarto, che fa divani, letti, cabinet, lampadari, sedie, tappeti, vernici colorate come le 32 tonalità della collezione Crayon lanciata quest’anno.Mi racconta che viaggiare comporta portare a casa esperienze nuove che permettono di realizzare prodotti unici. Portare a casa abitudini, luoghi ti permette di diventare un ricettacolo emozionale. Essere curioso, aver fame di conoscenza, ti permette di essere espressivoA livello di estetica creare qualcosa di nuovo è un lavoro arduo, se la novità estetica



La voglia è quella di aprire le porte dell’anima del progetto, per comunicare in maniera diretta la passione ed il sogno dietro ad ogni creazione. Un’estetica che ha radici profonde nella memoria, in grado di dare vita ad oggetti in cui ritrovare l’impronta di un vissuto inconfondibile. Un approccio che non vuole inventare nuove forme ma raccogliere, rielaborare, trasformare.

A volte viene definito un tecnico e mi dice che lui ama questa definizione perchè gli piace lavorare con la materia e conoscerla, quindi calza a pennello nel suo modo di operare. In realtà la descrizione che più lo rappresenta è quella di essere un narratore.

Più di ogni altra cosa si sente un narratore per il piacere che prova nel raccontare delle storie attraverso i suoi oggetti.

L'interior design per lui è un arte completa, è un arte che ti permette di entrare nell'intimo delle persone, di interpretare i luoghi del loro vivere, quindi è un arte che sa cogliere l'essenze delle suggestioni degli spazi.

Mi dice che il suo mondo gli piace paragonarlo alla tavolozza di un pittore, gli piace pensare che il suo modo di dare creatività sia quella di creare colori all'interno di questa tavolozza affinché ci sia un fruitore esterno che miscelandoi i toni sia in grado di realizzare il suo quadro con i loro strumenti.

MI racconta che disegna i suoi oggetti partendo da storie, da ispirazioni che poi danno origine alle sue capsule collection.

Parlare con Gio Pagani significa intraprendere un viaggio complesso, completo e indescrivibile, un mondo che ti affascina prima con le parole e poi con quello che ti mostra frutto delle sue creazioni. Credo che avere qualcosa di suo in casa renda chiunque un pò speciale e un pò unico così come uniche sono le sue creazioni.

Vi invito a seguirlo, a scoprire il suo magico mondo e le sue creazioni e non ne resterete delusi.






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