Il Terzo Sapore: RÊVERIE – Blanc et Noir, Cuvée Sélection – ENCRY CHAMPAGNE
- Roberto De Pascale
- 22 ore fa
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Ci sono Champagne che non cercano di presentarsi: accadono.Rêverie è uno di questi. Un incontro che nasce nelle vigne della Côte des Blancs, ma che racconta qualcosa di ancora più profondo: l’idea che il tempo, la luce e la mano dell’uomo possano trasformare un gesto agricolo in un sogno liquido.
Da anni conosco Nadia Nicoli, e ogni volta che stappo una bottiglia di Encry Champagne ritrovo la stessa sensazione: quella di entrare in una storia custodita con cura. Lei ha una visione limpida, rigorosa, quasi ascetica del vino; una sensibilità che mi ha insegnato ad ascoltare la Champagne con orecchio nuovo.Questa rubrica nasce anche da lì: dalla nostra amicizia, dalla stima che nutro per lei, dalla fiducia che ripongo nel suo lavoro.
Rêverie – Blanc et Noir, Cuvée Sélection – è un equilibrio sottile tra Pinot Noir e Chardonnay. Un equilibrio voluto, ragionato, sostenuto dalla memoria dei vini di riserva e da una vendemmia – la 2018 – che ha donato maturità e profondità a entrambe le varietà.Le uve arrivano da sei villaggi Grand Cru: Ambonnay, Verzenay e Bouzy per la forza del Pinot Noir; Avize, Oger e Le Mesnil-sur-Oger per la finezza del Chardonnay. È come leggere sei capitoli di un unico romanzo, ognuno con la propria voce, ma tutti uniti dallo stesso respiro.
Dopo la presa di spuma, iniziata nel marzo 2019, il vino resta sessanta mesi sui lieviti. Sessanta mesi che non sono un numero, ma un ritmo. Il passo lento delle cose che maturano davvero.
Nel calice, Rêverie non brilla: respira. L’oro bianco vibra in trasparenza, si lascia attraversare dalla luce, e il profumo si apre con un gesto morbido, portando con sé frutta matura, spezie leggere, mele tostate, pesca. Il sorso è diretto, essenziale, nudo nella sua purezza. Il finale si allunga verso una fragola lieve, come una dissolvenza.
E qui arriva la parte più personale, quella che non condivido come analisi tecnica, ma come abitudine affettiva.Ogni volta che mi avvicino a questa cuvée penso a tre piatti che, per me, la raccontano meglio di qualsiasi nota aromatica.
Un risotto al nero di seppia, perché Rêverie possiede quella verticalità che entra nel piatto senza dominarlo; un equilibrio che pulisce, accompagna e allunga il sapore.
Una tartare lavorata con cura, dove la materia prima è tutto. Lo Champagne, in questo caso, non è un’aggiunta: è un accordo. Una nota che veste la dolcezza della carne e ne solleva la parte più luminosa.
Un pesce bianco cotto lentamente, quasi al limite della timidezza. È lì che Rêverie dà il meglio di sé: nella delicatezza, nella verità dei sapori semplici, nell’eleganza delle cose che non hanno bisogno di essere spiegate.
Per me, questo Champagne non accompagna solamente: completa.Non invade: accoglie.Non si impone: rivela.
Rêverie è questo.Un sogno che si lascia bere.




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