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  • Immagine del redattoreRoberto De Pascale

La Puglia in rosa che non ti aspetti

Ci troviamo a pochissimi Km da dove vivo, in quel lembo del Tavoliere di Puglia che si incunea tra le Saline  e l’Ofanto, al margine della Capitanata e a ridosso di Terra di Bari, è situata Trinitapoli, l’antico Casale della Trinità.

Trinitapoli è un centro di quella pianura che dilaga tra la montagna sacra all’Arcangelo e i primi contrafforti dell’Appennino, pianura che sulla scia degli antichi tratturi della transumanza raggiunge la cittadina e l’avvolge con il verde intenso dei suoi campo.

Il Casale della Trinità veniva a trovarsi lungo una di quelle vie erbose che erano i tratturi, battuti da armenti e pastori d’Abruzzo nelle loro migrazioni stagionali. E questa civiltà della transumanza lasciò una nitida impronta nel piccolo mondo del Casale, la cui popolazione si infoltì anche per i tanti pastori che lo elessero a propria stabile dimora.

Dopo essere stato feudo di alcune famiglie nobili (Della Marra, Marulli), il Casale della Trinità fu per due secoli (1589-1798) Commenda Magistrale dell’Ordine dei Cavalieri di Malta

Oggi Trinitapoli è una operosa cittadina di quasi 15.000 abitanti. La sua risorsa principale è un’agricoltura moderna e competitiva, con un predominio della ortofrutticoltura e della viticoltura.

Il panorama, suggestivo nella sua semplicità, è dominato dal Cupolone della Chiesa Matrice, a testimoniare la genesi religiosa della città e la fede ancora ferma della sua gente.

Qui vengo invitato a visitare una azienda tutta al femminile, direi in rosa.

Madri Leone è un’azienda tutta al femminile che, vino dopo vino, etichetta dopo etichetta, narra le storie di alcune donne italiane che hanno fatto la storia, un canto libero e un racconto epico ed enologico dedicato ad altre madri.

Un inno al loro amato territorio pugliese, tra la Murgia, il Gargano e la Bassa Daunia, poco distante dalla Terra di Bari e dalla Capitanata, una terra ricca di influenze vinicole e culturali che sta vivendo negli ultimi anni una vera rinascita qualitativa. 


Una nuova azienda vinicola pugliese che del rosa ne fa un vanto, Madri Leone è un nuovo ambizioso progetto vinicolo realizzato da Marilia e Linda Leone.

Sono due sorelle che hanno realizzato il sogno di fondare una nuova azienda, dando vita ad un racconto epico dedicato ad altre madri, un canto libero.

Due sorelle con un nuovo ambizioso progetto, produrre vini autentici che rappresentino la Puglia e ricordati nel Tempo. Due donne moderne con un punto di vista tutto loro sul ruolo imprenditoriale femminile.

Un secolo fa, in un’area del Tavoliere delle Puglie, delimitata dal Mare Adriatico, dal fiume Ofanto, dalle Murge e dalle Saline di Margherita di Savoia, sorsero le basi di quella che sarebbe diventata un’azienda vinicola affermata e stimata nel territorio. 

Leonino Leone, che fin da ragazzo aveva seguito suo padre nell’intermediazione del commercio vinicolo, decise di iniziare a trasformare l’uva in una piccola cantina al centro di un paese, sito in una zona ad alta vocazione vitivinicola. I suoi vini, qualitativamente elevati, riscossero consensi fin da subito, tanto da permettergli di ingrandire l’azienda e aumentare la produzione. 

Marilia e Linda, le sue nipoti, respirano fin dalla nascita l'aria profumata di mosto.

Marilia affianca l’attività di famiglia, acquisendo esperienza e professionalità nel campo vitivinicolo. Linda lascia il paese e intraprende percorsi giuridici e sociologici; al termine degli studi il richiamo alle sue origini, alla campagna, agli odori e ai sapori della propria  terra la riportano in Puglia. 

Entrambe mamme, ricongiunte nel loro amato territorio, decidono di attingere dalla tradizione di famiglia, innovando con visioni contemporanee la produzione vinicola.

Nasce così l’azienda Madri Leone, che punta alla  valorizzazione dei vitigni autoctoni, al rispetto delle materie prime e alla qualità del prodotto finito.

Ogni etichetta è dedicata ad una donna che ha fatto la storia del nostro Paese, quasi un racconto epico di gesta femminili che hanno saputo cambiare le loro società.

Donne spesso poco note, a volte celate dalla coltre di polvere del passato, che Madri Leone hanno riportato in vita attraverso le loro etichette.

Marilia e Linda mi hanno raccontato che per un anno intero, prima di decidere a quali donne dedicare uno dei loro vini, hanno consultato decine di libri alla ricerca di storie che le colpissero per coraggio, amore verso il prossimo e spirito di iniziativa.

La scelta è stata difficilissima, ma credono di essere riuscite a trovare delle storie di donne davvero incredibili, che in qualche modo le rappresentano.

I due vini in commercio sui cinque previsti sono il Busa Puglia IGT 2019 da primitivo in purezza, dedicato all'eroina della battaglia di Canne e il Valla 1936 Puglia IGT 2018, nero di troia 100%, intitolato a Ondina Valla, atleta olimpionica degli anni trenta.

Due rossi eleganti e sottili, molto diversi, da una certa opulenza che richiama, nell'immaginario collettivo, la classica produzione della Puglia piu' nota.

Il progetto vinicolo è stato affidato ad un enologo di lungo corso come Leonardo Palumbo, tra i più noti e dotati di profonda conoscenza del territorio pugliese, tra quelli che negli ultimi decenni ha registrato tra le più importanti rivoluzioni qualitative del Belpaese.

Marilena e Linda mi dicono che con Madri Leone stanno puntando alla riconoscibilità e personalità di ogni singolo vitigno a cominciare dalla cura delle vigne e dal controllo diretto dei singoli conferitori.

Ho voluto conoscere un pò meglio queste donne così lontane nel tempo che in qualche modo oggi sono legate a Madri Leone.

Paulina Busa, una nobile romana di Canosa di Puglia, vissuta nel III secolo a.c., considerata l'antisegnana delle moderne crocerossine, che dopo la sconfitta nella battaglia di Canne, prestò soccorso ai romani in fuga dai Cartaginesi, aprendo le porte della sua dimora.

Mentre Ondina Valla, vissuta fino al 2006, ostacolista e velocista italiana è stata la prima donna italiana ad aver vinto una medaglia olimpica a Berlino nel 1936, raggiungendo il record mondiale. Con quella vittoria a soli 20 anni divenne la più giovane atleta italiana a vincere un oro olimpico, record rimasto imbattuto fino al 2004.

I loro vini raccontano le storie delle donne, che raccontano la storia dell’umanità. 

Una storia davvero bella, nuova con richiami al passato, una storia forte che trasmette valori importanti, una cantina che trasmette emozioni.

Vi invito a conoscerla, a bere i loro vini e a sognare con loro le gesta di donne che hanno scritto la storia.

#vini#donne#rosa





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