SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO — Episodio 1
- Roberto De Pascale
- 3 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
L’uomo è ciò che mangia
“L’uomo è ciò che mangia.”Quando Ludwig Feuerbach lo scrisse, non parlava di ricette né di abitudini domestiche. Parlava di identità.Parlava del modo in cui il nutrimento, entrando nel corpo, costruisce ciò che siamo: la nostra energia, la nostra memoria, la nostra capacità di stare al mondo.
Oggi, quel pensiero risuona con una forza nuova.Mai come adesso il cibo è diventato un campo culturale complesso: un luogo in cui si incontrano territorio, storia personale, estetica, salute, desiderio, etica.Ogni nostra scelta alimentare è un gesto quotidiano, quasi banale nella sua ripetizione, ma profondamente significativo nella sua natura.
Il cibo unisce corpo, memoria e territorio.Dice da dove veniamo, come siamo cresciuti,
quali tradizioni hanno accompagnato la nostra infanzia. Racconta cosa amiamo, cosa cerchiamo, cosa vogliamo lasciare andare.
Il cibo come linguaggio
Viviamo in un’epoca in cui il cibo non è più soltanto nutrimento.È linguaggio: una forma espressiva che usiamo per comunicare chi siamo senza doverlo dire.È estetica: una visione del mondo che emerge dai gesti, dalle cure, dalle scelte.È emozione: un ponte tra ciò che ricordiamo e ciò che desideriamo.
Fotografiamo ciò che mangiamo, lo condividiamo, lo interpretiamo.Ma, soprattutto, il cibo ci rappresenta.Ci definisce.Rende visibile ciò che è invisibile: la nostra sensibilità, le nostre priorità, il nostro rapporto con il mondo.
Il cibo come codice culturale
Un piatto, un prodotto, un ingrediente sono molto più di ciò che portano nel palato.Sono un punto di incontro tra tradizione e contemporaneità.Ogni ingrediente è la traccia di un territorio; ogni ricetta è una geografia emotiva; ogni preparazione porta con sé la memoria di chi l’ha cucinata prima di noi.
Il cibo è un codice culturale:ci dice cosa abbiamo scelto di conservare, cosa abbiamo scelto di trasformare, cosa abbiamo scelto di reinterpretare.
Mangiare diventa così un atto identitario.Ogni boccone dice qualcosa di noi, anche quando non ce ne accorgiamo.Parla della nostra educazione, della nostra libertà, della nostra storia personale.Rivela le nostre abitudini, i nostri limiti, le nostre aspirazioni.
Cosa racconta ciò che scegli di mangiare?
Tu cosa racconti quando scegli cosa mangiare?Qual è la storia che affidi a un ingrediente, a un sapore, a un gesto?E quanto di ciò che scegli ti rappresenta davvero?
In un mondo che mangia in fretta, fermarsi a osservare il significato delle proprie scelte diventa un gesto rivoluzionario.Il cibo non è solo carburante: è narrazione.Una narrazione che, ogni giorno, costruisce la nostra identità.

✍️ unpuglieseinterrapontina



Commenti